Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche più comuni in acquario.
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche più comuni in acquario.
Prima di intraprendere questo percorso delle tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche, bisogna fare una premessa molto importante.
Le piante acquatiche nelle nostre vasche hanno un ruolo fondamentale, infatti, attraverso il loro metabolismo eliminano le sostanze che si rivelano dannose e/o letali, cioè NO2, NO3, PO4, NH2/NH3, aiutano e mantengono l’equilibrio dell’ambiente creato da noi in cinque lastre di vetro, dove il nostro periodico intervento è estremamente necessario. Questi interventi prevedono: un’erogazione di CO2 per aiutarle con una crescita più rigogliosa, la messa a disposizione di un impianto luci adeguato, la misurazione dei valori NO3, PO4 e FE, fondamentali per conoscere le necessità e le carenze delle piante e la somministrazione di una corretta fertilizzazione. Naturalmente le piante non hanno bisogno soltanto di queste accortezze ma anche di una certa cura a livello di potatura. Dalla potatura può scaturire anche la loro riproduzione.
Entriamo nei dettagli e vediamo più da vicino quali sono le tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche.
Esse si distinguono in:
- Potatura e riproduzione per talea;
- Potatura e riproduzione per stolone;
- Potatura e riproduzione per rizoma;
- Potatura e riproduzione per piante avventizie;
- Potatura e riproduzione galleggianti;
- Potatura e riproduzione per asse fiorifero;
- Potatura e riproduzione dei muschi.
- Potatura e riproduzione per talea
(Scheda dedicata alla Hygrophila Polisperma)
Cosa vuol dire “per talea?” vuol dire semplicemente che la pianta viene tagliata in un punto e la parte tagliata e non radicata viene ripiantata per dare vita ad un altro esemplare.
Osservando l’immagine soprastante, possiamo notare che la pianta è divisa tra un gruppo di foglie e l’altro, questo punto si chiama internodo. Una volta effettuato questo taglio abbiamo, praticamente, dato forma a due piante, la A e la B. La pianta A, cioè la madre rimasta radicata, emetterà dallo stelo, ormai mozzo, nuovi germogli e con gli stessi ricomincerà a crescere. La potatura, cioè la pianta B, invece, servendosi con delle apposite pinze, la si ripianta in acquario così come si presenta o, rimuovendo le ultimissime foglie e facendo attenzione solo a non spezzarla. Dopo un breve periodo di tempo queste nuove piante radicheranno e cresceranno come la madre, e a loro volta dovranno essere potate e da queste potature nasceranno altre piante. Abbiamo adottato la tecnica di potatura e riproduzione “per talea”. Alcune volte queste piante, quando in vasca non è presente una corretta fertilizzazione, presentano delle radici aeree, (ciò significa che ha carenze di nutrienti e forma radici fuori dal terreno per cercarne altrove) pertanto se nel potare qualcuna, capita qualche radice di queste alla base della potatura, non eliminatela, sarà un aiuto in più a favore della nuova piantina per radicare bene nel fondo. Semmai queste radici aeree dovessero essere molto lunghe accorciatele solamente.
- Potatura e riproduzione per stolone
(Scheda dedicata alla Vallisneria)
La pianta rappresentata in foto è uno degli esempi più plateali di una potatura e riproduzione “per stolone”. Nella parte sinistra della foto, in basso alla pianta ed indicato con una freccia, si evince una sporgenza di un componente radicale di questa vegetazione; lo stolone.
Lo stolone è un componente radicale di una pianta che cresce e si estende sul fondo del nostro acquario. Una volta raggiunta una certa lunghezza, non definita, si blocca per dare vita a nuove piante, e solo quando queste ultime avranno ben sviluppato delle foglie e qualche radice, lo stolone riprende la crescita in lunghezza per dar vita ad altre piante ancora.
Per effettuare la potatura basterà tagliare lo stolone che unifica la piantina alla pianta madre (come indicato dal segno X nella foto A), mentre per riprodurla la si può lasciare anche dove si trova senza potarla, ma poiché queste piante emettono stoloni dove capita, potrebbe trovarsi in una zona poco gradita della vasca, a quel punto basta tagliare lo stolone, sradicarla, accorciare un po’ le radici se lunghe e ripiantarla nella postazione desiderata. Come si deduce nella foto B la pianta sradicata presenta parte dello stolone e delle radici ben sviluppate e un pò lunghe, pertanto queste ultime e lo stolone stesso sono da accorciare prima di essere rinterrata.
- Potatura e riproduzione per rizoma
(Scheda dedicata alla Anubias Barteri nana)
Le piante con struttura a rizoma hanno una tecnica di coltura diversa rispetto alle altre, in quanto essendo epifite, non vengono interrate ma solamente ancorate con del filo di cotone, filo da pesca o con la colla Attack, a delle pietre o dei legni presenti in vasca che ne formano l’arredo. La colla Attack può essere utilizzata senza alcun timore poiché, essendo cianoacrilato, una volta asciutta non crea nessun problema all’interno del nostro acquario. Perché non vengono interrate? Semplicemente perché il rizoma è una parte vitale della pianta dal quale dipendono la crescita e la riproduzione. Quest’ultimo se interrato tende a marcire e di conseguenza a far morire l’intera pianta. Sono munite di radici che sono libere di espandersi come vogliono, interrandosi nel fondo o attaccandosi agli arredi dove sono ancorate le piante.
Attraverso il rizoma, la pianta, crescendo, emette nuove foglie. Per effettuare la potatura basta adottare la tecnica del taglio. Tagliando il rizoma in due parti, come rappresentato in foto, si avranno due piante. La pianta A rimarrà la pianta madre, mentre la pianta B, alla quale dovremo lasciare qualche foglia, diverrà la figlia. Entrambe le piante comunque, continueranno la loro vita separatamente con l’allungamento del rizoma ed emettendo nuovi germogli e nuove foglie, creando, a loro volta, una nuova situazione di potatura e riproduzione.
- Potatura e riproduzione per piante avventizie
(Scheda dedicata alla Microsorum pteropus)
Per questa tecnica prendiamo in considerazione una Microsorum. Questa è una pianta che ha una doppia tecnica di potatura e riproduzione. Infatti, essendo anch’essa una epifita, possiede un rizoma, il quale si può dividere in modo da poter dare forma ad altre piante. Ma la riproduzione non avviene soltanto grazie al rizoma, ma anche attraverso delle piantine avventizie che crescono sulle foglie madri, quindi già grandi e ben formate. Come possiamo notare nella foto, le foglie A danno vita a dei “piccoli nei”, quelli cerchiati in giallo, dai quali pian piano si formeranno delle radici e delle foglioline dando vita a nuove piante. Le piante B, come si nota in foto avranno varie fasi di crescita, e quando diventeranno di una certa grandezza ed avranno emesso delle radici, se non lo fanno autonomamente, si possono separare dalla foglia madre tagliandola adeguatamente, facendo attenzione a non toccare il nuovo rizoma, pertanto è preferibile lasciare qualche centimetro di distanza come rappresentato dalle linee bianche tratteggiate nella foto.
- Potatura e riproduzione galleggianti
(Scheda dedicata alla Ceratophillum demersum)
Le tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche galleggianti, abbraccnoia un po’ tutte quelle delle altre specie.
Tra i vari esempi che andremo a trattare su questi tipi di piante, abbiamo una prima galleggiante dal nome Ceratophillum Demersum, che può essere lasciata libera in vasca o ancorata a degli arredi in modo che stia in posizione verticale e assuma una visuale più scenografica. La potatura e la riproduzione di questa pianta avviene per talea, cioè tagliandola tra gli internodi, infatti come si evince dalla foto, dall’internodo cerchiato si possono ottenere tre piante, A, B, e C, compresa quella principale. Ognuna di queste tre piante a loro volta continuerà a crescere e a ramificarsi, proseguendo così il proprio processo di sviluppo e di riproduzione.
(Scheda dedicata alla Salvinia natans)
Una doppia tecnica di riproduzione invece è adottata dalla Salvinia natans (foto A), doppia poiché può essere sessuata ed asessuata. La prima molto difficilmente si verifica nelle nostre vasche in quanto non ci sono le condizioni che si trovano in natura. Questa riproduzione sessuata si riscontra con la nascita e la crescita di piccolissimi fiori di specifico sesso per pianta, cioè o maschio o femmina che contribuiranno alla fecondazione, dalla quale nasceranno dei semini. Il tutto avverrà nella parte centrale della piantina, precisamente dove rappresentato al punto 1 della foto B. L’altro metodo di riproduzione e potatura invece, che è quello che si verifica nelle nostre vasche, è il classico metodo per stolone, infatti come si evince al punto 2 nella foto B le piantine, madre e figlia presentano un proprio apparato radicale ma ancora legate dallo stolone che può essere tranquillamente tagliato non appena alla figlia cresceranno le radici.
(Scheda dedicata alla Lemna minor)
La lemna minor (foto A e foto B) è una comunissima pianta galleggiante conosciuta anche volgarmente come “lenticchia d’acqua”. È una galleggiante apprezzata da alcuni acquariofili e disprezzata da altri. Apprezzata poiché può essere di grande aiuto per schermare la luce in alcune circostanze come ad esempio una vasca con un betta o una vasca con delle Anubias che non prediligono molta luce e così via, disprezzata, invece, perché si rivela come una pianta infestante che nell’arco di poco tempo si riproduce facilmente e a dismisura invadendo l’intero acquario, e lo si può notare nella foto A.
Andiamo a vedere come si riproduce.
Molti potrebbero pensare che questo tipo di pianta, visto il vasto apparato radicale, illustrato nella foto B, si riproduca per stolone, ma in realtà essa non produce un vero e proprio stolone. Essa si riproduce in maniera particolare, un sistema che si avvicina di più alla riproduzione per “piante avventizie”.
La lemna minor si riproduce attraverso delle foglioline saldate ad una più grande e appena mature si staccano dalla madre e si rendono autonome per crescere e riprodursi a loro volta. Il perché è infestante è comprensibile dal fatto che questo processo di riproduzione è molto celere e ogni foglia che si stacca dalla foglia madre, produrrà a sua volta altre foglie e così via. A seguito della riproduzione la potatura della pianta avviene autonomamente senza il nostro intervento, sarà nostra cura invece, preoccuparci di smaltirla dalla vasca per evitare, come già accennato, un’infestazione.
- Potatura e riproduzione per scapo fiorifero
(Scheda dedicata alla Echinodorus bhartii)
Un esempio di riproduzione di scapo fiorifero per antonomasia, è la Echinodorus.
Come si può ben notare nelle immagini, questa pianta, come tante altre appartenenti alla famiglia delle Alismataceae, è molto particolare in diversi aspetti. Una delle caratteristiche è la capacità che ha di crescere ampiamente all’interno delle nostre vasche e allo stesso tempo di emergere fuori dall’acqua (vedi pianta completa nell’immagine A ed il particolare dell’emersione nell’immagine B).
Ma naturalmente la caratteristica non sta soltanto nell’emergere fuori dall’acqua, che tra l’altro ha un suo perchè, ma anche nella potatura e nella riproduzione.
Entriamo nel dettaglio di entrambi i casi.
Buona parte delle Echinodorus non sono realmente piante acquatiche, bensì piante palustri e, proprio l’indole della loro natura le porta a riprodursi fuori dall’acqua, ecco il perché dell’emersione.
Si presenta spesso come una pianta che, coltivata nelle giuste condizioni, raggiunge una certa imponenza sia di grandezza in vasca, sia a livello di apparato radicale.
Attraverso la sequenza di foto si può notare palesemente il ciclo della pianta in immersione e in emersione. Se si lascia lo scapo fiorifero immerso come rappresentato nella parte A della foto (linea tratteggiata 1), questa pianta si riprodurrà attraverso dei getti (evidenziati con le due freccette) che somigliano a delle gemme e dai quali in un secondo momento prenderanno vita nuove piante. Sulla parte sinistra della foto A la linea tratteggiata 2 rappresenta lo scapo fiorifero che tende ad emergere. Quindi se si farà emergere, come rappresentato ed indicato nella foto B, produrrà inizialmente uno o più pistilli che in breve tempo germoglieranno e daranno vita a dei bellissimi fiori come dimostrato nella foto C e più nel particolare nella foto D. Purtroppo questi fiori hanno una brevissima durata di massimo due giorni, per dare spazio allo scapo fiorifero emerso di crescere proprio in questi punti in cui sono appassiti i fiori. Da qui avviene la nascita di altre foglie di piante avventizie le quali, una volta formate le radici, possono essere tagliate e ripiantate per crescere e vivere autonomamente.
Riguardo la potatura, che da un certo punto di vista l’abbiamo già in parte trattata con il taglio delle nuove piantine, non bisogna dimenticare che queste piante hanno necessità di essere sfoltite, per cui va effettuata anche una potatura fogliare, cioè la rimozione delle foglie marce o che stanno per marcire. Per quanto possa essere forte questa specie di pianta, la fase di potatura fogliare è molto delicata, in quanto se effettuata in modo errato può debilitarla fino a portarla alla morte. Questa potatura viene effettuata staccando la foglia alla base tirandola nel verso opposto della crescita e delicatamente, in modo da non spezzarla e/o creare delle ferite e danneggiare la pianta. Le foglie centrali, invece, vanno tirate sempre delicatamente verso l’alto.
- Potatura e riproduzione dei muschi
(Scheda dedicata al Taxyphyllum barbieri)
(Scheda dedicata al Vesicularia dubyana)
Ho inserito volutamente queste due immagini di muschio per spendere due parole su di essi in quanto spesso questi due muschi vengono confusi. Il Vesicularia dubyana (comunemente conosciuto come Muschio di Singapore) è quello che viene sempre confuso e venduto per Taxyphyllum barbieri (comunemente conosciuto come Muschio di Giava) in quanto sono difficilmente distinguibili poiché identici. Ebbene si, questi due muschi sono due cose distinte e separate, ma condividono le stesse esigenze di coltura e si adattano entrambi ai più disparati valori dell’acqua. Sono entrambi muschi che possono essere coltivati in forma emersa che sommersa, infatti spesso le porzioni che acquistiamo nei negozi vengono coltivati in forma emersa. Dopo tale coltura, per introdurlo in vasca e adattarlo alla vita sommersa è necessario effettuare un acclimatamento per aiutarlo ad ambientarsi ed evitare che muoia.
I muschi in generale, non solo questi due esempi, hanno dei rizoidi che servono per farli ancorare ai legni o alle rocce, hanno una crescita media che si adegua anche in base alle condizioni di illuminazione ed erogazione di Co2 e non assumono una forma precisa durante la crescita, sarà invece cura di chi lo coltiva dargli una forma a proprio piacimento.
La potatura dei muschi avviene sforbiciandolo per riordinare i rametti quando quest’ultimo è divenuto ormai molto folto.
I muschi non presentano radici pertanto la loro riproduzione avviene per spore o per talea.
Una volta ottenuta un’abbondante potatura, per far riprodurre il muschio, la si può combinare in piccoli ciuffi da ancorare a sassi o legni con del filo di cotone, filo da pesca e molto più facilmente con la colla Attack, che come già precedentemente detto, una volta asciugata fuori dalla vasca, non crea alcun problema all’interno.
Per la presente guida: “Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche più comuni in acquario” si ringrazia, Antonio Trotta, Erika Patrignani, Cristian Cotti e Marco Rocca per la gentile concessione sull’utilizzo delle proprie immagini presenti in questa scheda.
E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini
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Mi chiamo Ettore Gerace, fin da bambino ho sempre desiderato avere un acquario tutto per me, ma forse per il mio carattere un po’ chiuso e riservato, non ho mai osato chiederlo ai miei genitori. Vedevo sempre in giro per le feste dei paesini i classici carassi nelle bocce e nelle vaschette, e cresceva sempre di più questo mio desiderio che non si realizzava mai anche per il fatto che nessuno nella mia famiglia aveva esperienza del genere per incoraggiarmi e spingermi in questo mondo e le fonti per studiare l’acquariofilia erano davvero molto scarse. Ormai da adulto, a maggio del 2015 si presenta un’occasione, delle lastre di vetro nuovissime da buttare… le ho chieste e mi sono state regalate. In quel momento scatta tutto un progetto nella mia mente che immediatamente si realizza con la costruzione della mia prima vasca. Nasce il mio 100 litri (lordi) che verrà successivamente avviato i primi di giugno dello stesso anno, con il classico fritto misto tra carassi, rasbore e caracidi vari accompagnati da un immancabile verde di piante finte, conchiglie finte, arredi vari di resina e fondo in quarzo bianco… In un secondo momento, grazie ad un mio amico, nonché collega di lavoro e compagno di studi in materia di acquariofilia, conosco il gruppo di Acquariofili.com che stravolge positivamente il mio interesse per questo mondo. Dopo aver studiato e preso informazioni utili da persone competenti ed esperti in vari campi, riavvio la mia vasca e, arredata ora da tante piante vere e con tanto di fondo fertile decido di iniziare la mia nuova esperienza allevando dei poecilidi, Guppy ed Endler. Da un po’ di tempo a questa parte mi sono appassionato dei Betta Splendens e per il momento sto allevando, in vasca a parte, un classico esemplare maschio da commercio che mi sta dando belle soddisfazioni. Essendo incuriosito anche da alcuni caracidi e dalla coltivazione di alcune piante acquatiche, non nascondo che ho già altri progetti in mente, che a tempo debito realizzerò… Anche se l’esperienza è ancora poca, ho imparato che in questo hobby, con pazienza, tenacia e determinazione si hanno molte soddisfazioni, “l’importante è non sedare mai la fame di sapere e di scoprire nuove cose”! (cit. Marco Ferrara).