Malattie e cure

Ictyo o malattia dei puntini bianchi

La malattia dei puntini bianchi o ictiofiriasi è una delle malattie più diffuse in acquariofilia e spesso provoca non pochi problemi, si presenta come un concentrato di puntini bianchi sulla cute del pesce che già da giorni precedenti alla comparsa inizia a sfregarsi su arredi o zone della vasca, questo atteggiamento può anche essere confuso con batteriosi generica e quindi occorre un’attenta osservazione e valutazione sul da farsi in quanto questi sfregamenti potrebbero portare a danneggiamenti della cute e quindi problemi ancor più seri.

ictyo-1Spesso questa malattia risulta come dormiente in alcuni esemplari e il fattore scatenante può essere dovuto principalmente ad uno sbalzo termico in genere  raffreddamento che fà abbassare le difese immunitarie del nostro pesce rendendolo vulnerabile al parassita, molte volte si manifesta quando viene inserito in vasca un nuovo esemplare che risulta essere affetto dal batterio Ichthyophthirius multifilis dal quale la malattia ne prende il nome. Per combattere anche  questa malattia stanno prendendo più largo utilizzo le vasche di quarantena dove porre il nuovo esemplare e osservarlo prima di inserirlo nel nostro acquario.

 

Il batterio si presenta di colore scuro pieno di ciglia per potersi muovere e ha una forma di ferro di cavallo ,naturalmente visibile solo al microscopio, sulla cute del pesce si incista e si nutre grazie ai vasi sanguigni del pesce, una volta raggiunta la sua maturità si distacca dalla cute e si adagia sul fondo o sugli arredi dando luogo ad una vera e propria esplosione di riproduzione e i nuovi esemplari detti tomiti in grande numero rendono questa malattia  altamente contagiosa per tutti gli ospitanti della vasca infatti è proprio per questo che occorre curare l’intera vasca.

 

La malattia va curata cercando di attaccare il parassita nel momento in cui si distacca dalla cute perché è il momento in cui non risulta protetto dall’involucro di cui ne è avvolto ,la cosiddetta ciste. Infatti il trattamento va prolungato per 5 gg e poi ripetuto per essere certi di aver debellato anche le riproduzioni.

 

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La prima azione da fare dopo aver riconosciuto nei sintomi è la termoterapia che consiste nell’aumentare la temperatura portandola a 28-30°C e il più delle volte si risolve (se presa allo stato iniziale)senza l’aggiunta di farmaci specifici. L’aumento della temperatura accelera il metabolismo del parassita facendo raggiungere in modo più rapido la maturità e quindi a morte precoce senza che arrivi a riprodursi.
Se questo non è sufficiente si può ricorrere a determinati prodotti specifici come il blu di metilene somministrando 3ml di soluzione (1:100) per ogni 10 litri di capienza dell’acquario per 5gg mantenendo sempre la temperatura più alta. Naturalmente bisogna rimuovere dal filtro i carboni attivi, sospendere l’erogazione di co2 e favorire l’ossigenazione dell’acqua aumentando la circolazione in genere impiegando un areatore. Altri medicinali che possono essere impiegati sono il faunamor il costawert. Ultimati i 5gg di somministrazione del medicinale attendere ancora due giorni e procedere ad un cambio del 30% avendo cura di inserire i carboni attivi per eliminare  rimasugli di medicinale e lentamente nei giorni riportare la temperatura ai valori iniziali, risomministrare cibo ai pesci in modo adeguato.

Una cosa importante è tenere sotto controllo la vasca nei giorni successivi alla fine della cura ed eventualmente ripetere la cura se si ripresentano anche in modo parziale gli stessi sintomi.

Ci tengo a sottolineare che anche con l’impiego della cura termica che vede i suoi effetti dopo un paio di settimane bisogna valutare bene le azioni da svolgere se in vasca si hanno gasteropodi o crostacei perché mal sopportano questi medicinali.

 

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Guida redatta da Ferrara Marco
si ringrazia per la concessione delle foto Gianluca Adelmar Pietrosanti
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